Produzioni teatrali - Il Re Muore

Il re muore (1962) è considerato il vertice più alto raggiunto da Ionesco nella sua creazione artistica e una delle opere più significative del teatro contemporaneo. Al centro della vicenda è Bérenger (personaggio - maschera attraverso cui il drammaturgo tende solitamente a raffigurare il prototipo dell'uomo medio) elevato, nel caso specifico, a una dignità regale. Lo spettacolo è incentrato sulle lamentazioni del sovrano, al quale viene comunicato che è giunta l'ora della sua morte. Nostalgie, rimpianti, rimorsi, ostinato rifiuto e ostinato attaccamento alla vita evidenziano la volontà di vivere contrapposta alla mancanza di sostanziali motivi per continuare l'esistenza. Ai lati del re troviamo i personaggi che cercano di calamitarlo verso soluzioni opposte, cioè le due Regine, viste da Ionesco come aspetti e momenti della stessa persona: Margherita, espressione di spietata frigidezza logica, Maria di amore creativo e allo stesso tempo di gioia un pò troppo facile. La vittoria toccherà a quella delle due che sa essere l'interprete della situazione reale di Bérenger, del suo egoismo, della sua stanchezza di vivere.
 
È interessante poi notare come, mentre i personaggi popolari della Guardia e di Juliette, restino spettatori incerti e stupiti, il Medico, incarnazione di scienza e politica prostituite, non esiti a schierarsi accanto al personaggio più forte. Il re muore è un'immagine poetica della condizione umana, una commedia profonda e intensa, contemporaneamente tragica e comica. E la grandezza di Ionesco sta proprio nel trasformare la tragedia più grande dell'uomo, la paura della morte, in commedia, ironizzando sui timori e sulle debolezze dell'individuo. È proprio sull'ironia e sulla leggerezza di questo testo che la Compagnia Teatro Instabile ha realizzato la messa in scena dello spettacolo, frazionandolo in due atti. Intenzione della regia è stata quella di interpretare l'opera anche in chiave di farsa e di gioco. Tanti sono i momenti comici, basti pensare al comportamento a volte quasi clownesco dei personaggi, al loro linguaggio caratterizzato da piacevoli paradossi e nonsenses. Bérenger stesso con le paure, i piagnistei e i capricci oscilla continuamente tra il comico e il grottesco. Da sottolineare infine è l'atmosfera di favola in cui è immersa la storia, al di fuori della realtà. La scelta di confezionare per i personaggi costumi di epoche differenti è stata dettata proprio dalla necessità di mantenere lo spettacolo in una dimensione atemporale.

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